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L'ARLECCHINO D'ORO
PRESENTAZIONE DE L'ARLECCHINO D'ORO 2003 DI PAOLO  BOSISIO

Volantino e locandina de
"L'Arlecchino d'Oro 2003"
Dopo un anno di silenzio – dovuto all’impegno straordinario profuso dall’Amministrazione Comunale mantovana nel settore espositivo – il premio Arlecchino d’Oro torna per il 2003 alla ribalta con un programma intenso e particolarmente ricco. Assumendo la direzione artistica del premio e del Festival ad esso collegato, mi sono proposto il duplice intento di mantenere la massima fedeltà allo spirito e alla tradizione del premio, ampliando e variando contestualmente la rosa di proposte di spettacolo al fine di configurare il Festival stesso come una vetrina significativa, capace di interessare e coinvolgere un vasto strato di pubblico, differenziato sotto i profili socioculturale e anagrafico.

Nell’identificazione delle nominations si sono seguiti rigorosamente i criteri fissati a suo tempo dalla Fondazione, estendendo tuttavia, il concetto di teatro e teatralità anche al di fuori dei confini di quello che potremmo definire l’ambito drammatico per attingere ai territori artistici del teatro musicale, della danza, del circo e di forme di teatro minore, che, in casi non così rari, affondano radici profonde e traggono non episodici alimenti dalla tradizione dell’Arte, nelle molteplici componenti che ne formavano a suo tempo l’inconfondibile impasto. Tra linguaggio corporeo e acrobazia, tra musica, canto e danza, la recitazione verbale e la drammaturgia d’attore si incastonavano, infatti, nelle performances dei comici dellarte, consentendo una larga fruibilità ai loro spettacoli, perciò apprezzati a tutti i livelli da pubblici variati disposti in aree geografiche estese da un capo all’altro d’Europa.

Si è così coerentemente deciso di attribuire il premio a Paolo Poli, un artista straordinario che, attraverso una intensa e ormai lunga carriera, ha dimostrato raro talento di attore, facendosi di volta in volta anche “autore” della propria drammaturgia, regista dei propri spettacoli, artefice di una teatralità originale e ricca di un raffinato intreccio di linguaggi, sempre aperti sui fronti della musica, del canto, della plastica e della corporeità. A far corona al premiato, si è cercato di costruire un programma che si colloca in senso lato all’interno dell’universo culturale e tematico della commedia dell’arte cui ogni evento puntualmente rimanda attraverso riferimenti più o meno diretti.

Così la serata che inaugurerà il festival, in occasione della consegna dell’arlecchino d’oro a Paolo Poli, si articolerà lungo la dorsale del Varieté, alternando momenti di danza, canto e musica sul filo di una ironia che attenua la garbata nostalgia per la Belle Époque. Tra le note affidate a un ricco complesso orchestrale, le eleganti coreografie del balletto e le esecuzioni dei solisti, più di un richiamo alla specificità dell’arte di Paolo Poli ne preparerà l’entrata in scena.

Se Lo sghignazzo di Arlecchino che il 30 giugno sarà presentato in Piazza Leon Battista Alberti, rappresenta a un tempo un omaggio alla maschera cui il premio si richiama e ad alcuni fra i drammaturghi che nei secoli ne hanno disegnato anomale e originali figurazioni, un intreccio di fili lega gli spettacoli – ambedue in prima nazionale – che nel cortile d’onore di Palazzo Te saranno rappresentati l’1 luglio e il 3 luglio. Dal Ruzante inscenato da de Bosio, massimo certamente fra i suoi interpreti moderni, al Moliére di Emiliani, le figure di due Zanni d’epoca differente, Ruzante stesso e Sganarello, offrono a uno stesso straordinario artista, Marcello Bartoli, l’opportunità di disegnare e rilevare tangenze e distanze tra due grandi drammaturghi d’attore. Tra Cinque e Seicento, tra il contado di Padova e la grande Francia di Re Sole, un legame impreveduto serpeggia e emerge così nelle modalità di restituzione del testo e di interpretazione del comico teatrale.

In conclusione si è pensato di introdurre per la prima volta nel Festival una serata di autentico teatro musicale, così amato dal pubblico e così intimamente connesso con la cultura del nostro paese. Il tema della maschera guida un percorso articolato che dal Pulcinella in cui Stravinskji rilegge con graffiante originalità pagine settecentesche di Pergolesi, riscrivendole per la danza e il canto, a Arlecchinata, un breve e grazioso intermezzo composto da Salieri, fino al realismo corposo dei Pagliacci di Leoncavallo, si innerva di una passione per la contaminazione dei linguaggi, del canto e della danza specialmente, sotto la guida sempre presente della tessitura musicale.

A parte, in piazza delle Erbe il 29 giugno tra le 18.30 e le 23.00, e in piazza Leon Battista Alberti, nel pomeriggio del 30 giugno, il Festival offrirà al pubblico mantovano le performances di una troupe africana di teatro acrobatico riconducibile all’orizzonte del Nouveau Cirque, e lo spettacolo tradizionale dei burattini, ancora e sempre tanto amati dai più piccini.

Se della programmazione del Festival è, dunque, possibile una lettura colta, che cerchi di cogliere le emergenze di evidenti o più segreti percorsi nel corpo di una nobile tradizione teatrale, ci ha guidato prima ancora l’esigenza di regalare a un grande pubblico momenti di emozione, di intelligente divertimento, offrendo ad esso un motivo in più per amare e riamare, nella sua ricchezza e infinita varietà, l’arte del teatro.

Il Direttore Artistico
Prof. Paolo Bosisio

 Edizioni de L'Arlecchino d'Oro
2005: Presentazione, Spettacoli, Approfondimenti  
2004: Presentazione, Premio, Spettacoli 2003: Presentazione, Premio, Spettacoli, Stampa
2002: Contributo 2001: Presentazione, Premio, Spettacoli, Stampa
2000: Presentazione, Premio, Spettacoli 1999: Presentazione, Premio, Spettacoli

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