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11.07.2011 - KATAKLO' "LIGHT" |
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Venerdì 22 luglio, ore 21.30 – Piazza Castello Mantova
Mito S.r.l. Presenta
Kataklò Athletic Dance Theatre in Light
uno spettacolo di Giulia Staccioli coreografie di Giulia Staccioli e Jessica Gandini
con Maria Agatiello, Elisa Bazzocchi, Eleonora Di Vita, Serena Rampon, Marco Ticli, Marco Zanotti, Riccardo Calia
musiche autori vari disegno luci Andrea Mostachetti
E' luce l'assoluta protagonista di Light, nuovo spettacolo che la compagnia milanese Kataklò Athletic Dance Theatre porterà in tour nei prossimi mesi estivi. Una luce forte, tagliente e potente come i corpi che la rifrangono; una luce leggera, scattante, sinuosa come i gesti e i movimenti che i danzatori compiono in scena. Light è un'opera corale, che attraverso una sequenza di quadri coreografici conduce il pubblico in un percorso in ascesa. Su, su, verso le vette assolate, su verso il cielo e il suo orizzonte infinito, in un crescendo di evoluzioni, destrezze acrobatiche, prodezze atletiche, immagini mozzafiato.
Come il vocabolo anglosassone stesso, Light esprime ad un tempo leggerezza e luminosità, e lo fa in perfetto stile Kataklò, proponendo un physical e visual theatre originale ed immediato, in cui le atmosfere si fanno rarefatte e il peso della ragione come quello del corpo si ritrovano sospesi. E' la preziosa alchimia tra l'energia dirompente del gesto atletico e l'armoniosa intensità della danza a dare freschezza e forza allo spettacolo. E' l'ironia che traspare a tratti, irriverente, vivace e accattivante, a coinvolgere e stupire il pubblico con un linguaggio semplice e comprensibile oltre ogni confine, culturale, linguistico, generazionale che sia. Costumi, illuminazione, invenzioni sceniche contribuiscono a creare un'atmosfera magica e surreale che assicura un immaginifico effetto teatrale. Light significa luce, luminosità, ma anche agilità, facilità, ed ancora assenza di peso, ed al contempo frivolezza, libertà. Tutto questo è Light, un evento spettacolare, che stupisce per forme e dettagli oltre che per la straordinaria potenza fisica e visiva dei suoi eleganti interpreti.
BIGLIETTERIA E PREVENDITE Biglietti: 25 euro Biglietteria alla Casa del Rigoletto (senza diritti di prevendita): tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 17 alle 19. Il giorno dello spettacolo (20 e 22 luglio) la biglietteria sarà aperta anche dalle ore 20 fino all'inizio dello spettacolo. Prevendite on line: www.vivaticket.it INFO: 800.085.992
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22.03.2011 - MOLIERE/LA SCUOLA DELLE MOGLI di Valer Malosti per Mantova Teatro 2010 2011! |
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con Valter Malosti, Mariano Pirrello, Valentina Virando, Giulia Cotugno, Marco Imparato, Fausto Caroli, Gianluca Gambino
La scuola delle mogli ruota attorno a un’idea fissa: le corna. È il tema che attraversa tutta l’opera di Molière fino alla crudeltà derisoria del Georges Dandin. È una coazione comica alla catastrofe ma anche un’ossessione che diventa fobia vitale e cuore della commedia. È un testo che ha ricevuto un’attenzione distratta in Italia, perché la tragedia, annidata nella struttura di geniale farsa, complica maledettamente i piani di chi deve ricrearlo. Un altro tema che mi pare fondamentale è il rapporto malato di vittima-carnefice che suona sordo, come un inquietante basso continuo, in sottofondo a tutta la composizione degli scoppiettanti dialoghi tra Agnès e Arnolphe, che si aprono a squarci inaspettati di cruda verità. Colgo nella pièce un carattere visionario: il delirio in cui sprofonda Arnolphe al termine della commedia si trasforma in una vera e propria anatomia della rovina; rovina di cui è egli stesso l’artefice, come l’Alceste del Misantropo. Stabilito il fatto che La scuola delle mogli non è una semplice farsa sostengo che la farsa naturalmente debba conservarsi. Se non si fa ridere con questo testo si fallisce, e penso alla grande lezione delle farse alte e allucinate di Leo de Berardinis e del suo alter ego: il Leòn deBerardin di Scaramouche». Attraverso un processo di ri-creazione del testo, seguendo anzitutto un intuito musicale e guidato nella traduzione da un gesto linguistico che deve poi farsi teatro, ho costruito una partitura che passando per il melodramma verdiano arriva alla canzone, all’hip hop, e ho trovato una misura espressiva in versi liberi, giocando con la lingua attraverso rime, assonanze e ritorni di suono, ma con una grande economia di sillabe; a volte screziandola con un francese maccheronico, eco della lingua artificiale dei comici italiani che dominavano i palcoscenici parigini del ‘600. L’utopia è ritrovare, almeno in piccola parte, la folgorante musica di Molière, che nell’originale francese deflagra e scintilla per mezzo del verso alessandrino e delle rime, vibrando con una corda quasi premozartiana, e trovare uno spazio nell’immaginario delle persone che condivideranno con noi questo viaggio, oggi. Valter Malosti |
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02.03.2011 - LA MALATTIA DELLA FAMIGLIA M di Fausto Paradivino per Mantova Teatro 2010 2011! |
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di Fausto Paradivino regia di Fausto Paradivino scene di Laura Benzi costumi di Sandra Cardini
con Jacopo- Maria Bicocchi, Iris Fusetti, Emanuela Galliussi, Nicola Pannelli, Fausto Paradivino, Paolo Pierobon, Pio Stellaccio
A poco più di un anno dalla sua prima nazionale, giunge anche a Mantova quest' opera graffiante, reduce dal successo delle scene di tutta Europa. Scritta dallo stesso Paradivino, ha come tema fondamentale la disgregazione della famiglia nella fragile provincia del nostro Bel Paese. Dice il giovanissimo autore, enfant prodige del nostro teatro: Quando si è trattato di tradurre in inglese il testo abbiamo guardato qual era la prima battuta di dialogo. "Tu mi ami?". "Do you love me?" I personaggi della commedia non fanno altro che girare intorno a quest' unica domanda. E se lo fanno è perché sono così incerti della risposta da temere che sia negativa. L'assenza di genitori fisici e spirituali obbliga i protagonisti ad una libertà e ad una responsabilità che loro vedono vestita di solitudine, e l'unico rimedio alla solitudine è quel "volersi bene", troppo invocato perchè possa concretizzarsi con la naturalezza con la quale appunto ci si vuole bene.
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18.02.2011 - IL BUGIARDO di Paolo Valerio al Teatro Sociale lunedì 28 febbraio |
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FONDAZIONE ATLANTIDE TEATRO STABILE DI VERONA – GAT
Nuova produzione 2010/2011 IL BUGIARDO di Carlo Goldoni regia di Paolo Valerio con MARCELLO BARTOLI Arlecchino e Pantalone DARIO CANTARELLI Lelio ROBERTO PETRUZZELLI Brighella e Dottore ROBERTO VANDELLI Ottavio MICHELA MOCCHIUTTI Rosaura MARTA MENEGHETTI Beatrice GIOIA SALVATORI Colombina Musiche Antonio Di Pofi Fotografia e Visual Art Mauro Fiorese e Stefano Buro Costumi Chiara Defant Sarta Marta Malatesta Responsabile Tecnico Roberto Rossetto Ideazione scenografica Paolo Valerio Luci Enrico Berardi Si ringrazia Gloria Gambini per la collaborazione scenografica Aiuto regia Paola Degiuli
Il Bugiardo con Marcello Bartoli nei panni di un Pantalone padre caparbio e Dario Cantarelli in veste dell’ambiguo Lelio per la regia di Paolo Valerio debutta in prima nazionale all’Estate Teatrale Veronese nella splendida cornice del Teatro Romano a luglio 2010. Il Bugiardo appartiene alla stagione capitale della carriera teatrale di Carlo Goldoni, quella, nell’anno comico 1750-51, delle cosiddette “sedici commedie nuove” con cui egli – scrivendo il doppio dei testi rispetto al numero fissato dal suo contratto – cerca di imporre il suo nome e la sua opera sul repertorio di compagnia. In realtà si tratta di una “commedia nuova” fino a un certo punto, e questa è la ragione del fascino teatrale che essa emana, del suo prolungato successo nell’Ottocento e del Novecento. Capolavoro della tradizione e novità sono concepiti come perfetti meccanismi teatrali, e in quanto tali teatralmente efficaci per la loro stessa “falsità” e ambiguità. Commedia della propagazione del disegno della menzogna e del plagio – a carico dell’ambiguo Lelio, eroe necessariamente negativo che rappresenta lo stesso teatro – Il Bugiardo è molte cose insieme. Anzitutto una trama che Goldoni “plagia”, o di cui si impossessa a sua volta, da due grandi drammaturghi dell’età barocca, Juan Ruíz de Alarcón e Pierre Corneille, spostandola però sul piano del teatro italiano e della tradizione della commedia dell’arte. Privandola dell’ambiguità metafisica – quella che si imprime nel titolo dello spagnolo: “La verità sospetta” – ma proiettandovi dentro, anche se completamente deformata, un po’ della storia della sua giovinezza, sospesa tra la vita scapestrata ai limiti della società messa in carico a Lelio e al triste, appartato, ruolo dello spento Florindo. Due personaggi che sono – come il barone dimezzato di Italo Calvino – in realtà due facce della stessa medaglia, ovvero della storia di uomo e di autore che Goldoni raccontata per l’intera sua vita, nelle commedie e nell’autobiografia. E se a Florindo egli presta tratti di una vita onorata, fatta di assenza e di “atti mancati, Lelio incarna – a dispetto di ogni disegno di “riforma” – l’irriducibile alterità del teatro, come macchina di menzogna e di devianza, che si può anche chiamare dopotutto “spiritosa invenzione”. |
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02.02.2011 - Don Chisciotte di Nadia Baldi per Mantova Teatro 2010-2011! |
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MARTEDI' 8 FEBBRAIO 2011
TEATRO SOCIALE, ORE 21.00
Teatro Segreto srl
direzione artistica Ruggero Cappuccio
presenta
DON CHISCIOTTE
liberamente tratto da Miguel de Cervantes
di Ruggero Cappuccio
con
Don Chisciotte Roberto Herlitzka
Salvo Panza Lello Arena
Musiche Paolo Vivaldi
Costumi Salvatore Salzano
Progetto scene Nicola Rubertelli
Scenografia Francesco Esposito
Luci Franco Polichetti
Ufficio stampa Emanuele Tirelli
Organizzazione Lia Zinno
Assistente alla regia Iolanda Salvato
Regia Nadia Baldi
Nella versione scenica prodotta da Teatro Segreto Srl, Don Chisciotte è Michele Cervante, è un
uomo appassionato di letteratura epica che vive in una profonda solitudine. Emarginato da una
società che lo respinge quotidianamente, perde contatto con il mondo reale, attivando una
crescente energia visionaria che lo porterà a dialogare con i fantasmi della classicità.
L’apparizione di un singolare personaggio che Don Chisciotte trasforma nel suo Salvo Panza
innesca il tentativo di riportarlo entro i confini di una ritualità sociale cosiddetta normale. Il
protagonista, posseduto dall’anima immortale dell’hidalgo de la Mancha, continua, però, ad
alterare la relazione tra passato e presente, inseguendo una visione disperata e poetica
dell’esistenza. Il fragilissimo eroe cerca un’ipotetica Dulcinea, che nel suo desiderio si configura
come definitivo incontro di salvezza e di pace.
Il testo di Ruggero Cappuccio si concentra sul conflitto tra modernità efferata e umanità poetica,
sulla solitudine, l’illusione, l’alienazione nel lirismo di una realtà che non è più o che non è mai
stata, ma vive fresca nella memoria come ricordo presente.
La regia di Nadia Baldi si attesta su confini immutabili, ma non per questo facilmente
rintracciabili, quelli che da millenni vivono invariati nel cuore degli uomini. La messinscena,
nell’interpretazione di Roberto Herlitzka e Lello Arena, utilizza una delicata indagine interiore
a specchio per svelare il rapporto tra dolore e bellezza.
INFORMAZIONI E PREVENDITA
SPAZIO MTT- via San Longino 1/b Mantova
Tel.0376 363079
www.ticketone.it
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19.01.2011 - LE NOTTI BIANCHE di Corrado d'Elia per MANTOVA TEATRO 2010-11! |
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LUNEDI’ 31 GENNAIO 2011
TEATRO ARISTON, ore 21
Compagnia Teatri Possibili
Le Notti Bianche
dalle memorie di un sognatore
di Fëdor Dostoevskij
Regia di Corrado d'Elia
Con Corrado d’Elia e Desirée Giorgetti
Dalle pagine immortali del grande scrittore russo, uno spettacolo intenso, poetico, dedicato a chi è ancora capace di sognare
“ Il sognatore, se serve una definizione precisa, non è un uomo ma, sapete, una specie di essere neutro. Si stabilisce prevalentemente in un angolino inaccessibile, come se volesse nascondersi perfino dalla luce del giorno, e ogni volta che si addentra nel suo angolino, vi aderisce come la chiocciola al guscio, e diventa simile a quell'animale divertente chiamato tartaruga, che è nello stesso tempo un animale e una casa”.
Testo magico che ripercorre molti temi fondamentali dell'opera di Dostoevskij.
Un impiegato, un "sognatore", incontra una donna durante una delle sue passeggiate notturne. Nasten'ka vive quella che appare come la fine di un amore disperato. Apre il suo cuore all'uomo che incontra in un dialogo che dura quattro notti, durante le quali gradualmente appare il sogno di una vita insieme per i due che, incontratisi casualmente, sembrano "riconoscersi".
“Era una notte incantevole, una di quelle notti che ci sono solo se si è giovani. Il cielo era stellato, sfavillante, tanto che, dopo averlo contemplato, ci si chiedeva involontariamente se sotto un cielo così potessero vivere uomini irascibili ed irosi. ..”
Il sogno si spegne improvvisamente con il ritorno, nella vita della donna, del suo amante; e l'impiegato si ritrova nuovamente solo e "sognatore", isolato in una vita avulsa dalla realtà.
“Che il tuo cielo sia sereno, che il tuo sorriso sia luminoso e calmo! Sii benedetta per quell'attimo di beatitudine e di felicità che hai donato a un altro cuore, solo, riconoscente!”
Dio mio! Un minuto intero di beatitudine! E' forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?
INFORMAZIONI E PREVENDITA
SPAZIO MTT- via San Longino 1/b Mantova
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