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NEWS
 19.03.2008 - LA BUONA MADRE martedì 1 aprile al teatro ariston per Mantova Teatro
MARTEDì 1 APRILE AL TEATRO ARISTON DI MANTOVA LA COMPAGNIA i fratellini PORTA IN SCENA la buona madre DI CARLO GOLDONI

Scritta nel gennaio del 1761 e rappresentata per il carnevale di quell’anno è, per stessa ammissione dell’autore, una commedia senza trama. Eppure il testo, in vernacolo, appare oggi di grandissimo spessore e modernità. Racconta di un figlio che si innamora di una ragazza che non lo ama, alla quale fa credere di essere ricco, e delle strategie di una madre per farlo sposare invece con una ricca vedova, salvando così le sorti di una famiglia ormai in rovina.

Lo spettacolo propone una riduzione per tre attrici ed un attore, impegnati ad interpretare sei ruoli. Nicoletto, il giovane figlio di Barbara, la “buona madre” del titolo, è visto come la vittima designata di un complotto di donne, in diversi modi innamorate di lui, tramato per impedire la sua maturazione sentimentale e virile. Nicoletto è un figlio imperfetto e il suo tentativo di recidere il cordone ombelicale attraverso l’innamoramento per la giovane Daniela, le sue bugie, le sue goffe violenze, non saranno suffcicienti a liberarlo dal controllo oppressivo della madre. Il giovane verrà infatti ricacciato da quest’ultima nelle braccia di un’ardente vedovella, interpretata dalla stessa attrice che interpreta la sua innamorata, a sottolineare così l’impotente circolo vizioso intrapreso da Nicoletto.

Barbara è Venezia, come quest’ultima ha un passato migliore del suo presente. E’ la Venezia non più riproduttiva, che soffoca i propri figli in nome di un potere che il passato le ha conferito.

Anche Nicoletto è Venezia, la città di un tentato futuro. Il tempo che ha davanti a sé è quello della sconfitta, della mediocrità, dell’eterna adolescenza. Barbara ne ha impedito la maturazione, ne ha soffocato la libertà, ne ha distrutto la virilità.

Una tragedia edipica col tono di commedia, ma anche metafora di Venezia, città asfittica e cannibale.

Stefano Pagin

 12.03.2008 - EDIPO A COLONO con roberto herlitzka per MANTOVA TEATRO
LUNEDì 17 MARZO PRESSO IL TEATRO SOCIALE DI MANTOVA ALLE ORE 21 ROBERTO HERLITZKA PORTERA' IN SCENA EDIPO A COLONO.

Edipo a Colono di Sofocle è forse il più alto paradigma poetico del dolore, da esso affiorano le radici di tutta l’espressività dell’angoscia cui ha dato vita l’arte occidentale. Il testo di Ruggero Cappuccio rievoca il mito con una scrittura addensata nel moto sonoro di endecasillabi e settenari, spina dorsale di una lingua italiana antichissima e moderna, erosa al suo interno da siciliano e napoletano. Così la storia di Edipo vive di una vitalità ferina, in cui il mondo basso materiale e corporeo costituisce l’essenza stessa della necessità poetica. Nella partitura per Roberto Herlitzka, Edipo è uomo di questo tempo, assediato dai fantasmi che lo perseguitano e che egli stesso ama evocare. L’uccisione di un padre, l’incesto, la perdita del potere, l’accecamento volontario, raccontano i drammi persistenti dell’umano attraverso la mutevolezza dei secoli. Laio, Giocasta, Antigone, Ismene, Eteocle,Polinice, Creonte, sono le apparizioni inquietanti di Edipo e di ogni uomo, sono i nodi irrisolvibili che determinano la necessità del ripetere il dolore per rivivere la sfida al più alto dei misteri delle culture ellenistiche e moderne: sé stessi.

Informazioni

Fondazione Mantova Capitale Europea dello Spettacolo

Largo XXIV Maggio, 13 – Mantova

tel. 0376 221259

e-mail: fondazione@capitalespettacolo.it

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Prevendita

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(biglietti in vendita la sera di spettacolo presso il Teatro Sociale)

 

 05.03.2008 - CARA LA PELLE al teatro sociale martedì 11 marzo, ore 21 per MANTOVA TEATRO!

Zerobeat Teatro

Cara la pelle

liberamente tratto da

“Come se io non ci fossi”  di Slavenka Drakulic e

“Cecenia. Il disonore russo” di Anna Politkovskaja


 

Il 7 ottobre 2006 è morta Anna Politkovskaja, assassinata a colpi di pistola nell’ascensore della sua casa, a Mosca. Era una delle poche giornaliste russe che avesse ancora il coraggio di denunciare la corruzione mafiosa del governo Putin e l'infinita serie di violenze, torture, rapimenti, stupri, esecuzioni e massacri perpetrati dalle truppe federali sui civili in Cecenia. Era una donna libera ed era piena di coraggio.

“Cara la pelle” è un lavoro nato grazie anche ai suoi libri. Ed è a lei che lo dedichiamo.

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 03.03.2008 - mantova teatro: martedì 4 marzo VIRGILIO E L'AMORE al teatro sociale alle ore 21
MARTEDì 4 MARZO PRESSO IL TEATRO SOCIALE DI MANTOVA VA IN SCENA VIRGILIO E L'AMORE

Dal romanzo medievale Dolopathos

di Jean de Hauteseille nella traduzione di Giovanni Pasetti

Estratti da Il Libro delle Bucoliche di Virgilio

nella traduzione di Giorgio Bernardi Perini

 

Un adattamento teatrale di Federica Restani

con la partecipazione di

Vitaliano Trevisan  nel ruolo di Virgilio

e con

Adriano Evangelisti:  Dolopatrhos

Antonella Caron -  Barbara De Gabrielis - Nela Lucic: Parche

Daniele Cartamantiglia: Lucinio

Erica Puddu: Matrigna

 

Estratti da Statuaria di RBR Dance Company

coreografie di Cristiano Fagioli

 

Scene: Gianluca Spaggiari

Regia di Raffaele Latagliata e Federica Restani

 

Ars. Creazione e Spettacolo

Fondazione Banca Agricola Mantovana

 


Una performance tra narrazione, teatro e danza per raccontare la “Forza del Bello” secondo il monaco lorenese Jean de Haute-Seille. Per questo spettacolo prodotto in occasione della Grande Mostra di Palazzo Te va in scena la storia del re “Dolopathos”, lo stesso che dà il nome al romanzo medioevale in lingua latina, tradotto da Giovanni Pasetti, a cui lo spettacolo si ispira. Sulla scena a fare da contrappunto a un nutrito cast di attori e danzatori un Virgilio del tutto inusuale interpretato da Vitaliano Trevisan. L’attore vicentino, presente a Mantova già all’arlecchino d’Oro dell’anno scorso, reciterà tre egloghe virgiliane tratte dalle bella traduzione delle Bucoliche di Giorgio Bernardi Perini per l’edizione Tre Lune. A fare da cornice al racconto le coreografie di Cristiano Fagioli per igli atletici danzatori di RBR Dance company, che presentano quest’anno lo spettacolo “Statuaria” ispirato all’arte antica.

A narrare la vicenda romanzesca Adriano Evangelisti, nei panni di “Dolopathos” ,  Antonella Caron , Nela Lucic e la mantovana Barbara De Gabrielis, che interpreteranno delle inusuali parche, del tutto simili a vegliatrici di Pessoa per un sognante racconto di vagheggiamento di un tempo perduto. Altro mantovano in scena il giovanissimo  Daniele Carta Mantiglia, attualmente impegnato in ambito nazionale con il Romeo e Giulietta di Cocciante. 

La regia è di Raffaele Latagliata e Federica Restani, che ha curato anche l’adattamento drammaturgico, per il gruppo Ars. Creazione e Spettacolo. Inserito tra i progetti sostenuti dalla Fondazione Banca Agricola Mantovana “Virgilio e l’Amore” fa parte del cicloArte e Teatro, che ha visto anche la messinscena nel 2006 di La Fabula d’Orpheo di  Poliziano per la regia di Gianfranco de Bosio con le Musiche di Claudio Gallico e “La guerra di Piero” di Fernanda Pivano con Judith Malina nel 2007.

Precederà lo spettacolo un aperitivo nel ridotto del teatro sociale organizzata da Cà Gioiosa di presentazione della mostra “La Forza del Bello”.

Lo spettacolo è sostenuto da Fondazione “Umberto Artioli” e Centro Internazionale di Palazzo Te.

 


 19.02.2008 - VENERDì 29 FEBBRAIO, TEATRO ARISTON ORE 21 noi, le ragazze degli anni '60 DI GRAZIA SCUCCIMARRA
VENERDì 29 FEBBRAIO ALLE ORE 21 PRESSO IL TEATRO ARISTON DI MANTOVA ANDRA' IN SCENA "NOI, LE RAGAZZE DEGLI ANNI '60" DI E CON GRAZIA SCUCCIMARRA.

Viene riproposto uno dei maggiori successi teatrali di Grazia Scuccimarra. Andato in scena vent'anni fa, lo spettacolo è diventato un classico del teatro comico italiano contemporaneo e si avvia ormai verso le 2000 repliche in Italia. Attualissimo per lucidità di analisi e vis comica, il testo fa emergere con incisività i paradossi di una realtà cui l'autrice guarda senza incanto, grazie a una satira immediata, diretta e trasparente.
Preso di mira, in chiave ironica e pungente, è quello che fu il modo di essere giovani negli anni Sessanta, cioè il modo di amare, vestire, studiare, sognare, atteggiarsi, fare politica, muoversi nel sociale, ecc, in un'epoca di tradizione e fermenti insieme. Restano coinvolti nella satira, accusati o accusatori, non solo i giovani degli anni '60 ma anche coloro che produssero quella generazione, da un lato, e i giovani d'oggi, dall'altro.
 

Oggi tutti festeggiano tutto, anche ciò che è insignificante. Giusto, quindi, accendere affettuosamente allegre candeline per i quindici anni di rappresentazione di "Noi, le ragazze degli anni `60", uno spettacolo che nel lontano 1983 anticipò incredibilmente i tempi, mettendo in guardia i giovani di allora dall'inesorabile ritorno di quel favoloso decennio. E quel favoloso decennio è tornato, trionfante in tutto il suo splendore: se ne ripropongono la musica, gli abiti, i sentimenti, le scale di valori, i volti e le voci, forse nel disperato tentativo di restituire un contenuto a quel senso di vuoto disorientante che sembra attanagliare tutti, giovani e meno giovani. Allora ne riparliamo volentieri, disposti come sempre a ridere di quello che eravamo e, soprattutto, di quello che siamo oggi. Se è vero, infatti, che è in pieno svolgimento I'operazione di recupero dei vecchi miti, è però incontrovertibile che il tempo sia comunque passato, che tante cose siano avvenute e che, perciò, questo nostalgico ritorno si scontri inevitabilmente con una società diversa da quella di trent'anni fa. Con dolcezza e commozione, ma anche con rancore e tanta voglia di saldare vecchi conti, apriamo nuovamente il sipario su di noi, giovani e meno giovani, uniti nel tentativo di essere sempre, comunque, protagonisti. Ridiamo di come eravamo sciocchi, teneri e inconsapevoli, e di come siamo oggi, sicuramente coscienti, senza più veli a coprire la realtà ma, al tempo stesso, tanto comicamente patetici nel volere far finta che tutto possa tornare azzurro e sereno come in quegli anni. Lo scopo è quello di passare due ore insieme, divertendoci da morire alle nostre spalle.

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 08.02.2008 - LUNEDì 11 FEBBRAIO - TEATRO SOCIALE, ore 21 - mantova teatro presenta la TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA di goldoni diretta da TONI SERVILLO
LUNEDì 11 FEBBRAIO PRESSO IL TEATRO SOCIALE DI MANTOVA ALLE ORE 21 ANDRA' IN SCENA L'ATTESISSIMA TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA DI CARLO GOLDONI DIRETTA DA TONI SERVILLO


Ciò che conquista della Trilogia della Villeggiatura è la sua assoluta originalità, la sua perfetta architettura teatrale. Sotto i nostri occhi, nello svolgimento delle tre commedie, assistiamo, come se si trattasse di un romanzo, alla trasformazione dei personaggi in “persone” i cui destini, le cui emozioni, ci riguardano e ci toccano profondamente.

Questa trasformazione è visibile soprattutto in Giacinta, che sembra sottrarsi alla propria rappresentazione per rivolgersi, nei suoi monologhi, direttamente al pubblico, alla vita.

I preparativi per la villeggiatura, l’ansia per la partenza, il tempo disteso delle partite a carte, delle conversazioni estive, a cui seguono i silenzi malinconici del rientro in città, hanno una scansione temporale, un movimento emotivo, un migrare sentimentale fatto di attese e delusioni, di speranze e conflitti, di ottimismo ed infelicità.

I personaggi che via via incontriamo sembrano raccontarci un oggi animato dalla necessità di “esserci” piuttosto che di “essere”, da una ricerca ostinata e nevrotica della felicità, dall’incapacità di intravedere, all’orizzonte, novità che sostituiscano le abitudini.

Goldoni ci offre un’analisi lucida e cruda di questo mondo, che è anche il nostro. Un mondo in cui i sentimenti e i destini sono spesso trattati con fredda aridità, alla stregua di una partita doppia.

 

Toni Servillo

 

 
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