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06.03.2013 - KARAMAZOV AL TEATRO ARISTON CON CESAR BRIE |
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GIOVEDì 7 MARZO 2013 ORE 21.00
TEATRO ARISTON
ERT EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE- TEATRO STABILE PUBBLICO REGIONALE
presenta
KARAMAZOV
adattamento e regia di César Brie
con César Brie, Daniele Cavone Felicioni, Gabriele Ciavarra, Clelia Cicero, Manuela De Meo, Giacomo Ferraù, Vincenzo Occhionero, Pierto Traldi, Adalgisa Vavassori
liberamente tratto da "I fratelli Karamazov " di F. Dostoevskij
Karamazov è uno spettacolo di assoluta godibilità che mette in scena un Dostoevskij contemporaneo e intenso. Nei personaggi del romanzo César Brie rintraccia tutti gli aspetti dell’animo umano – la passione e l’istinto (Dmitrij), la ragione e il dubbio (Ivan), la bontà e la purezza (Aleksej), il risentimento e la vendetta (Smerdjakov), la cattiveria, il sentimentalismo, l’egoismo e l’edonismo (Fëdor il padre), la santità (lo Starets) – e tematiche profonde come la delusione verso il mondo cattolico, i dogmi sulle idee del divino, la giustizia sociale e il fallimento dei miti della salvezza dell’uomo, tutti affrontati con estremo umorismo e delicatezza.
A due anni dal debutto César Brie torna con questo spettacolo al quale ha lavorato con un gruppo di giovani e bravi attori. Karamazov, liberamente tratto da I fratelli Karamazov di Dostoevskij, è un allestimento semplice, fatto di pochi elementi scenici ma dalla forte cifra suggestiva ed evocativa. La scena infatti è spoglia, pochi gli oggetti che la abitano: corde che delimitano gli spazi, vestiti appesi sulla scena, pupazzi di bambini e panche ai lati dietro cui sparire ed emergere. Nei personaggi dell’ultimo romanzo di Dostoevskij, completato qualche mese prima di morire, César Brie rintraccia tutti gli aspetti dell’animo umano – la passione e l’istinto (Dmitrij), la ragione e il dubbio (Ivan), la bontà e la purezza (Aleksej), il risentimento e la vendetta (Smerdjakov), la cattiveria, il sentimentalismo, l’egoismo e l’edonismo (Fëdor il padre), la santità (lo Starets) – e tematiche profonde come la delusione verso il mondo cattolico, i dogmi sulle idee del divino, la giustizia sociale e il fallimento dei miti della salvezza dell’uomo, tutti affrontati con estremo umorismo e delicatezza. Karamazov evidenzia l’aspetto più corale e polifonico del romanzo originale, riflettendo la tendenza di Dostoevskij di ambientare i momenti decisivi delle sue storie in luoghi pubblici, esposti sempre (come fanno gli attori in questo allestimento) alla derisione e al rifiuto. Uno spettacolo di assoluta godibilità che mette in scena un Dostoevskij contemporaneo, e che affronta i grandi temi dell’autore con una profonda intensità interpretativa.
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20.02.2013 - COME TU MI VUOI AL TEATRO ARISTON CON LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE |
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MARTEDì 26 FEBBRAIO
TEATRO ARISTON ORE 21.00
Pietro Mezzasoma presenta
COME TU MI VUOI
di Luigi Pirandello
libero adattamento di Masolino D'Amico
con Lucrezia Lante della Rovere
regia di Francesco Zecca
Pirandello scrisse il dramma Come tu mi vuoi alla fine degli anni ’20 dedicandolo all’attrice Marta Abba, sua musa, che gli ispirò il personaggio dell’Ignota, al centro di una vicenda ispirata a un celebre fatto di cronaca degli anni ’20, il ribaltamento al femminile del caso Canella-Bruneri. Incentrata sulla ricerca spasmodica dell’identità, tema caro allo scrittore, Come tu mi vuoi è una delle più riuscite opere di Pirandello, la sola opera teatrale di Pirandello ambientata, almeno parzialmente, fuori d’Italia: il primo atto si svolge nella Berlino dei cabaret tra le due guerre, il secondo atto nella provincia italiana colpita dalla guerra.
Lucrezia Lante della Rovere è l’Ignota, femme fatale per necessità, figura emblematica dello scambio di identità. L’Ignota in un locale equivoco tedesco balla e intrattiene i clienti, ma in realtà è mantenuta da un ricco e vizioso scrittore che la soffoca con le sue ossessioni. L’occasione per sfuggire a lui e alle ambigue profferte della giovane figlia di costui, anch’essa innamorata di lei, si presenta quando uno sconosciuto italiano crede di riconoscere nell’Ignota la moglie di un suo amico, Lucia detta Cia, scomparsa dieci anni prima durante la Grande Guerra, quando le truppe austro-germaniche invasero il paesino friulano dove la coppia abitava. E’ così che l’Ignota nel suo tentativo di essere “come tu mi vuoi” prova a definire la propria identità mediante una sorta di processo familiare con grandi emozioni, non privo di colpi di scena, tra certezze e incertezze, tra volontà e opposizione. Scambio di identità, scambio di verità, scambio tra piani di lettura Come tu mi vuoi è uno spettacolo in continua evoluzione che sconvolge gli schemi dimostrando che anche di fronte a prove oggettive ognuno crede quello che desidera credere.
La regia di Francesco Zecca si fonda sulla “ricerca delirante dell’autenticità” nascosta nella “memoria del sentire e non quella dei fatti” con una proposta scenografica di grande pregio e una scelta interpretativa vincente per ognuno dei personaggi: un vero e proprio omaggio a Pirandello.
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05.02.2013 - IL DISCORSO DEL RE AL TEATRO ARISTON PER MANTOVA TEATRO |
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Giovedì 14 Febbraio 2013
Teatro Ariston, ore 21
Casanova Multimedia presenta
IL DISCORSO DEL RE
di David Seidler
con Luca Barbareschi e Filippo Dini
regia di Luca Barbareschi
La commedia è ambientata in una Londra surreale, a cavallo tra gli anni 20 e 30, ed è centrata sulle vicende di Albert, secondogenito balbuziente del re Giorgio V. Si parte dai fatti storici per addentrarsi in un dramma personale, senza abbandonare mai la Storia, che non è statico sottofondo ma presenza imprescindibile di ogni istante della commedia al fianco dei protagonisti. Dal testo teatrale - una magnifica sceneggiatura di David Seidler che nella vita ha sofferto di balbuzie - è stato tratto un film di grande successo. Una commedia umana, sempre in perfetto equilibrio tra toni drammatici e leggerezze, ricca di ironia ma soffusa di malinconia, a tratti molto commovente ma capace anche di far ridere: non di risate grasse o prevedibili, ma risate che nascono dal cervello e si trasmettono al cuore. Così come le lacrime non nascono da un intento ricattatorio ma dall’empatia, da una condivisione sentimentale di difficoltà umane.
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20.12.2012 - MANTOVA TEATRO AL TEATRO ARISTON CON LEO GULLOTTA |
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Giovedì 31 Gennaio 2013
Teatro Ariston, ore 21
Teatro Stabile di Catania
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
di William Shakespeare
con Leo Gullotta
regia di Fabio Grossi
traduzione e adattamento Fabio Grossi e Simonetta Traversetti
Siamo ad Atene, ma l’autore non ci spiega di quale Atene vuole trattare. Così raccontando in sintesi, potrò trovare tra le linee del ragionamento, colorati polimorfismi che animeranno logiche di sintesi con l’approssimazione dell’umano agire. Blocchi di vita che animeranno blocchi di materia, raccontando una storia,anche se pur tanto raccontata, mantiene sempre alto l’interesse dello spettatore. Permutando il detto “Sognare ad occhi aperti”, tutto il trascendente, e il luogo ad esso collegato, vivrà in maniera centripeta rispetto ad una fatata iride, la quale sarà lo spazio in cui partirà la magica partenogenesi. La fredda materia assumerà nei quadri riguardanti il mondo del fantastico, quel qualcosa che intrinsecamente appartiene alla Nostra Materia: quella radiazione di calore, di colore e di energia che fa proprio di questa la fantastica unicità cosmica che la contraddistingue. I fatti dell’umano han sempre quel qualcosa di magico, di misterioso, di fantasticamente colorato o triste, che da sempre ha intrigato nobili o semplici pensatori. La struttura drammaturgica si dipana su tre livelli ben precisi, tanto di far sì che possano vivere di luce propria o al contempo riflessa. La Corte rappresenterà il potere, i Comici la semplicità e la multietnicità del volgo, i Giovani l’Amore e la scoperta del sesso adolescenziale, e i Magici quel mondo fantastico che tanto intimorisce quanto affascina. L’imperscrutabilità dell’Animo verrà così trattato esaltandone la valenza, di volta in volta proposta attraverso i vizi, i pregi, le risse, le pacificazioni, i pianti e le risa dei Nostri protagonisti.
[Fabio Grossi]
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15.11.2012 - MANTOVA TEATRO 2012-2013 AL TEATRO ARISTON CON GLAUCO MAURI E ROBERTO STURNO |
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LUNEDì 26 NOVEMBRE 2012 TEATRO ARISTON ORE 21.00
da Krapp a Senza parole
di Samuel Beckett
Il prologo Respiro Improvviso dell’Ohio Atto senza parole L’ultimo nastro di Krapp
Traduzioni teatrali di Carlo Fruttero e Franco Lucentini Scene Mauro Carosi Costumi Odette Nicoletti musiche Germano Mazzocchetti luci di Gianni Grasso Traduzione ed adattamento dialoghi Giorgio Polacco e Maria Luisa Runti
regia Glauco Mauri
Beckett, premio Nobel per la letteratura, è certamente un innovatore nella storia del Teatro. Con le sue opere ci ha mostrato un nuovo modo di interpretare il rapporto tra la vita e l’uomo: una visione grottesca che spesso sfocia in una disperata comicità. Vari momenti poetici ma lo stesso tema: l’uomo e la sua fatica del vivere. “Atto senza parole” e “L’ultimo nastro di Krapp”, due testi relativamente brevi al confronto di altri famosi capolavori, sono forse le opere che più chiaramente esprimono alcuni aspetti del mondo di Beckett. Nello stupito , grottesco silenzio di “Atto senza parole” l’uomo beffato e ingannato dalla vita che sembra sempre soccorrerlo, ma poi sempre lo delude, trova la sua commovente dignità nel rifiuto e nella voluta solitudine. In questo breve atto si può chiaramente comprendere la visione beckettiana dello scontro tra l’uomo e la vita. Ne “L’ultimo nastro” il vecchio Krapp ascolta una bobina che ha registrato tanti anni fa: la sera del suo 39º compleanno. Tanti, tanti anni sono passati! Riaffiorano persone, visi ormai sbiaditi dal tempo, si riscoprono sentimenti…e tra questi –ormai dimenticata- una storia d’amore, “quando la felicità era forse ancora possibile” Ma il giovane Krapp non l’aveva saputa afferrare la felicità! La bobina finisce e Krapp rimane disperatamente solo nel buio della sua “vecchia tana” piena di bobine che raccontano la storia della sua vita ma che finiranno sempre col rimanere vuote…esaurite di ricordi. Ne “Improvviso dell’Ohio”, il titolo lo si deve perché il testo fu scritto per l’Università Columbus dello stato dell’ Ohio e lì rappresentata per la prima volta per festeggiare i 75 anni di Beckett, un uomo (il Lettore) legge un libro ad un altro uomo (l’Ascoltatore) per aiutarlo a sopportare il dolore di un’assenza dolorosa, la moglie morta? la moglie abbandonata? Ciò che il Lettore legge si riferisce alla vicenda dolorosa di chi ascolta (l’ Ascoltatore). Non sono due persone ma è lo stesso uomo che, in un fantastico sdoppiamento, sembra con l’ascoltarsi cercare una speranza di sollievo al dolore. “Respiro” Un cumulo di macerie. Pochi secondi: è la vita. La vita che passa tra il primo vagito e l’ultimo respiro. Ma in quale mondo! Particolare curioso “Respiro” fu rappresentato per la prima volta a New York nel 1969 al Teatro Eden come scena iniziale di “Oh! Calcutta” per la regia di Kenneth Tynan. Far capire al pubblico che non è Beckett difficile e complicato, ma difficile e complicata è la vita. La vita che Beckett pur nella sua angoscia, ha saputo raccontarci con una sotterranea ma struggente pietà. Questo vogliamo esprimere con il nostro spettacolo, questo è il nostro desiderio.
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19.10.2012 - AUDIZIONE PER CANTANTI LIRICI |
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Internet partner: Omega-Net [] |
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