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NEWS
 18.11.2014 - NERONE, DUEMILA ANNI DI CALUNNIE
SABATO 29 NOVEMBRE ORE 21- TEATRO ARISTON

RG Produzioni
Nerone - duemila anni di calunnie

uno spettacolo di Edoardo Sylos Labini

Chi era davvero Nerone? Era davvero quel pazzo megalomane precursore antesignano della moderna politica spettacolo? Da dove gli veniva quel malore esistenziale che lo spingeva a primeggiare su tutti, e a chi voleva piacere per primo quando cantava o recitava i versi in greco? Cosa c'era dietro al consiglio del suo precettore Seneca, o dell’ossessiva presenza della madre Agrippina?
Sullo sfondo di una Roma bruciata da un incendio di cui Nerone verrà accusato ingiustamente di essere il mandante, l’incubo dell’Imperatore la notte prima della sua morte. La possibilità di fuggire dalla congiura dei suoi senatori, o la scelta di uccidersi per mano propria.
Le passioni, gli intrighi, l'avvincente amore per Poppea. E poi il segreto, l'allucinazione del matricidio, i dissapori di una classe patrizia e politica, dapprima adorante e compiacente, poi golpista e sanguinaria.
Tra i marmi della Domus Aurea del suo palazzo imperiale, Nerone, tormentato dal fantasma della madre, rivive le presenze più importanti della sua vita. Una tempesta di sentimenti, paure, pentimenti, orgogli e riflessioni tragiche.
Nerone, duemila anni dopo, pazzo o profeta?

Lo spettacolo sarà introdotto da una conferenza del prof.MASSIMO FINI
presso la Sala degli Stemmi del Comune di Mantova, ore 18, ingresso libero
 18.11.2014 - MANTOVA TEATRO 2014/2015 - CONFERENZE
Tutte le conferenze che precedono gli spettacoli della stagione Mantova Teatro 2014/2015
si tengono presso la Sala degli Stemmi di Palazzo Soardi (Via Frattini 60),
e sono ad ingresso libero
 29.10.2014 - MANTOVA TEATRO VI ASPETTA AL TEATRO BIBIENA CON GABRIELE LAVIA
MARTEDI' 25 NOVEMBRE 2014

TEATRO BIBIENA - ORE 21.00
Teatro della Pergola - Fondazione

LAVIA DICE LEOPARDI

di e con GABRIELE LAVIA

CONSEGNA DEL PREMIO ARLECCHINO D'ORO 2014


Lavia «dice Leopardi»: dice, perché non legge né interpreta, ma riversa sul
pubblico, in un modo assolutamente personale nella forma e nella sostanza,
le più intense liriche leopardiane, da A Silvia a Passero solitario, dal Canto
notturno di un pastore errante dell’Asia a La sera del dì di festa. Leopardi
soggiornò a Pisa nove mesi fra il 1827 e il 1828, dove sembrò rinascere, e
ritrovare un equilibrio che lo portò a stemperare di nuovo nella dolcezza
dell’intuizione poetica il disincanto e l’amarezza delle Operette morali. L’attore
e regista milanese vuole rendere omaggio al poeta, al suo soggiorno pisano,
a quella sua nuova voglia di sondare la parola e il suono in un momento della
sua esistenza che si tramutò in esaltante creatività artistica. “Le poesie di
Leopardi sono talmente belle e profonde che basta pronunciarne il suono,
non ci vuole altro. Da ragazzo volli impararle a memoria, per averle sempre
con me. Da quel momento non ho mai smesso di dirle. Per me dire Leopardi
a una platea significa vivere una straordinaria ed estenuante esperienza.
Anche se per tutto il tempo dello spettacolo rimango praticamente immobile,
ripercorrere quei versi e quel pensiero equivale per me a fare una maratona
restando fermo sul posto”.

Lo spettacolo sarà preceduto da una conferenza a cura del Prof. Rodolfo Signorini
"14 giugno 1837-l'ultima sera di Giacomo Leopardi" presso la
Sala degli Stemmi di Palazzo Soardi (via Frattini 60) - ingresso libero.
 13.10.2014 - INIZA LA STAGIONE MANTOVA TEATRO 2014 2015
DOMENICA 19 OTTOBRE 2014

TEATRO SOCIALE ORE 21.00

Teatro de gli Incamminati - Centro Teatrale Bresciano

ENRICO IV
di L. Pirandello

di e con Franco Branciaroli


scene e costumi di Margherita Palli - luci di Gigi Saccomandi
con Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti
Valentina Violo, Tommaso Cardarelli, Daniele Griggio
e con (in o.a.) Sebastiano Bottari, Andrea Carabelli, Pier Paolo D'Alessandro, Mattia Sartoni

Franco Branciaroli, dopo i recenti successi ottenuti con Servo di scena, Il Teatrante e Don Chisciotte, continua la sua indagine sui grandi personaggi del teatro portando sulla scena Enrico IV. Questo capolavoro pirandelliano parla di un uomo del nostro tempo il quale, a seguito di una tragica caduta da cavallo durante una festa in maschera, impazzisce identificandosi con il personaggio di cui portava il costume e la maschera – Enrico IV, appunto.
Passati gli anni, attorniato dalla servitù di casa che egli stesso obbliga a travestirsi per simulare la vita del XII secolo,
d’improvviso rinsavisce; scopre che la donna che ha sempre amato, Matilde, ha sposato il suo rivale in amore, Belcredi, e decide di sprofondare per sempre nella pazzia, unica possibilità rimastagli per poter vivere. Enrico IV, del quale magistralmente non ci viene mai svelato il vero nome, quasi a fissarlo nella sua identità fittizia, è vittima non solo della follia,
ma dell’impossibilità di adeguarsi ad una realtà che non gli si confà più. Stritolato nel modo di intendere la vita di chi gli sta intorno, sceglie quindi di ‘interpretare’ il ruolo fisso del pazzo.
La scelta del più grande personaggio di tutto il teatro pirandelliano, ha la sua origine nel lavoro che Franco Branciaroli sta svolgendo da diversi anni sulla natura del Personaggio Teatrale. Adesso è la volta di un uomo impossibilitato a vivere la vita presente, che si rifugia nel Teatro trovando in esso – e non nella vita – il proprio volto definitivo. È questa l’ultima grande figura scelta da Branciaroli per la sua indagine sul rapporto – che è il fondamento del Teatro stesso – tra attore e personaggio.
Con EnricoIV questo percorso si chiude con l’interrogativo finale, che ne riassume perfettamente il senso: può l’arte sostituirsi alla vita? La risposta di Pirandello è la cifra di tutta la sua opera: sì, pur essendo l’opposto della vita l’arte si può sostituire ad essa poiché senza l’artificio (la maschera) la vita stessa non potrebbe essere vissuta.
 10.10.2014 - MANTOVA TEATRO 2014-2015
 02.04.2014 - ORSINI CON PIRANDELLO AL TEATRO ARISTON
Martedì 15 aprile 2014

TEATRO ARISTON

UMBERTO ORSINI
IL GIUOCO DELLE PARTI



da Luigi Pirandello
adattamento Valerio, Orsini, Balò
con Alvia Reale, Michele Di Mauro
Flavio Bonacci, Carlo de Ruggieri, Woody Neri
scene Maurizio Balò
costumi Gianluca Sbicca
regia Roberto Valerio

produzione Compagnia Orsini
in collaborazione con
Fondazione Teatro della Pergola


La vicenda di Leone Gala (Umberto Orsini), di Silia (Alvia Reale) e di Guido Venanzi (Michele Di Mauro), rispettivamente marito, moglie e amante che un intrigo di passioni, ricatti, offese vere o presunte porta alla necessaria e cruenta eliminazione di uno dei tre, è notissima.
Nel riproporre questo testo (già interpretato da Orsini quindici anni fa al Teatro Eliseo e poi in tournée per più di 200 repliche) il giovane regista Roberto Valerio ha immaginato un Leone Gala che, sopravvissuto ai fatti narrati dalla commedia, cerchi di ripercorrerli con la testimonianza del ricordo. Ce ne offrirà inevitabilmente una visione parziale e soggettiva ampliando in tale modo i piani del racconto e facendolo piombare in un clima che mescola reale ed irreale, presente e passato, razionalità e follia.
Per ricordare una famosa e storica edizione della commedia che fu data all’Eliseo dalla Compagnia dei Giovani della quale anche lui fece parte per anni, Umberto Orsini porterà in giro questo spettacolo dedicandolo alla sua grande amica Rossella Falk, consapevole che l’intelligenza teatrale di Rossella non sarebbe indietreggiata di fronte ai piccoli tradimenti che questa versione propone.
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