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30.01.2008 - EDIPO A COLONO rimandato a LUNEDì 17 MARZO 2008 |
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PER CAUSE DI FORZA MAGGIORE "EDIPO A
COLONO", PREVISTO PER VENERDì 1 FEBBRAIO,
E' STATO RIMANDATO A LUNEDI' 17 MARZO 2008
ALLE ORE 21.00 PRESSO IL TEATRO SOCIALE DI
MANTOVA
VI RICORDIAMO INOLTRE CHE IL PROSSIMO
APPUNTAMENTO DI MANTOVA TEATRO 2007-2008 E'
PREVISTO PER LUNEDI' 11 FEBBRAIO, ORE 21.00,
TEATRO SOCIALE CON L'ATTESISSIMO "TRILOGIA
DELLA VILLEGGIATURA" DI GOLDONI DIRETTO E
INTERPRETATO DA TONI SERVILLO
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22.01.2008 - mantova teatro presenta DON FAUSTO diretto da arturo cirillo martedì 29 gennaio al TEATRO ARISTON, ore 21 |
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MARTEDì 29 GENNAIO TEATRO ARISTON, ORE 21 MANTOVA
Nuovo Teatro Nuovo
Teatro Stabile di Innovazione
e
Vesuvioteatro
presentano
DON FAUSTO
di
Antonio Petito
Con
Salvatore Caruso Don Fausto Barilotto, Faust
Rosario Giglio Don Liborio, Mefistofele
Sabrina Scuccimarra Pulcinella, Margherita
Luciano Saltarelli Luciano Squarra Squarra, Valentino
Antonella Romano Donna Bernarda, Marta
scena
Massimo Bellando Randone costumi
Gianluca Falaschi musica
Francesco De Melis
luci
Andrea Narese
aiuto regia
Roberto Capasso
regia e adattamento
Arturo Cirillo
Il Faust, “creato dall’immaginazione alemanna e poetizzato tanto magnificamente dal sommo Goethe”, diventa nella mente di Antonio Petito Don Fausto Barilotto; il quale chiamandosi allo stesso modo del personaggio goethiano crede di essere lui.
Come una specie di Don Chisciotte napoletano gli viene allestito, nella forma di un teatro povero ed ingenuo, un viaggio sapienziale, nella speranza di sanarlo dalla sua follia, che si concluderà con la salita in paradiso di una Margherita Pulcinella.
In una lingua violenta e poetica si rappresenta tutta la pericolosità e la follia dell’immaginazione fuori dai confini della ragione.
Facendo finta di fare una parodia si creano risonanze tra antiche mitologie germaniche e napoletane, in cui si risente della forza di una cultura popolare, con uomini mezzi animali, giocando tra la terra e il cielo.
INFORMAZIONI 800 085992
PREVENDITA BOX OFFICE 0376 224599 www.mantova.com |
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10.01.2008 - Nuovo appuntamento con MANTOVA TEATRO: I GIGANTI DELLA MONTAGNA di Luigi Pirandello con Sandro Lombardi |
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LUNEDì 14 GENNAIO - TEATRO SOCIALE DI MANTOVA, ORE 21.00
“…noi, Contessa, siamo agli orli della vita….”
Sul finire della sua vita artistica, Pirandello segna con I Giganti della Montagna il suo dramma più arcaico: misteriosi elementi fantastici si intrecciano a caratteri di fiaba; elementi della vita si trasfigurano nel ritmo teatrale delle visioni: fino a spingere i protagonosti/attori a chiedersi dove sia la verità. “È nella magia del teatro” risponde il mago Cotrone; “È in noi e nella nostra struttura interiore” risponde più misticamente la Contessa.
Ma noi sappiamo che mettere in scena questo testo oggi, significa soprattutto legarlo alla contemporaneità, alla società attuale, alla nostra storia. E alla storia martoriata di una terra come la Sicilia.
I Giganti della Montagna sono la visione profetica della situazione nella quale il teatro si trova attualmente. I Giganti sono i protagonisti invisibili del testo: rappresentano il potere nella sua materialità, possiedono i mezzi di produzione e li utilizzano per realizzare opere immani, e al tempo stesso esercitano un controllo invisibile attraverso la manipolazione delle coscienze. Ilse, la Contessa, è invece nemica della materialità dell’arte. La sua sapienza e il suo istinto indicano quale potrebbe essere il ruolo del teatro in un mondo dominato dalla vacuità e dall’irrazionalità: quello di riproporre il mistero e la ragione a una civiltà che ha perso ambedue.
I Giganti e Ilse sono destinati a scontrarsi, e il popolo “omologato” a cui lo spettacolo viene destinato, a sbranare gli attori.
In mezzo al conflitto si erge la figura magica di Cotrone; a lui e al suo pensiero “per immagini” si chiede forse una risposta alla crisi del teatro: il teatro è per coloro che sono disposti a contemplare i misteri del presente, le trasformazioni della realtà e della società.
Ultimo testo, e incompiuto, I Giganti della Montagna affonda le mani in alcuni interrogativi: cos’è l’arte? Quale è il linguaggio che può più di ogni altro combattere l’omologazione e scardinarla? Il cinema, il teatro, la televisione? E qual è il ruolo dell’arte in una società che ha dimenticato la classicità, l’antichità, la polis e soprattutto l’arte della comunicazione teatrale?
Ponendosi queste domande Pirandello lascia aperto lo spazio a risposte che lo spettatore dovrà trovare da solo. Infatti non tutto si è concluso sulla scena, e noi spettatori, abbandonato il teatro, continuiamo a discutere dentro di noi per sapere qual è la verità.
C’è la verità di Cotrone: la salvezza è nel fluire delle immagini... C’è la verità di Ilse: la salvezza è nella sacralità della poesia...
E se avessero ragione i mostruosi Giganti dediti, secondo le parole di Cotrone, all’esercizio della forza in un mondo lacerato e in crisi ma non privo di opportunità?
Certo è nel conflitto tra questi tre diversi ordini in contraddizione che nasce la magia e l’attualità di questo testo.
Lo spettacolo lo racconterà utilizzando una fusione di linguaggi: recitazione, musica, arte visiva, immagini proiettate, danza saranno gli elementi cardinali intorno ai quali girerà il lavoro degli attori e del regista. Un Pirandello giocato secondo i colori e le visioni del Fellini di Otto e Mezzo e della Dolce Vita e quelle letterarie del Pasolini di Petrolio e degli Scritti Corsari.
In un momento in cui la società dello spettacolo sembra voler progressivamente marginalizzare il ruolo del teatro, è con l'intento di ribadirne la centralità e l'insostituibilità culturale che ci rivolgiamo a un testo come I giganti della montagna, che proprio al teatro innalza un canto d'amore appassionato e struggente: un teatro che, con intuizione profetica, Pirandello già vedeva minacciato nella sua natura più intima e più legata alla tradizione squisitamente italiana: un teatro di mirabolanti effetti scenici ottenuti con poveri mezzi da un lato, e dall'altro un teatro la cui sostanza profonda fosse la verità umana dei suoi 'personaggi'.
Federico Tiezzi cura la regia del lavoro, con la collaborazione drammaturgica di Sandro Lombardi che ne è anche interprete nel ruolo di Cotrone. Un luogo psichico più che naturalistico è per Tiezzi la dimensione favolistica ideata da Pirandello per l'incontro quasi mitologico tra la Compagnia della Contessa e quella degli Scalognati. Tiezzi intende usare il testo pirandelliano come una sorta di archetipo attraverso il quale scendere nei meandri più profondi dei meccanismi del teatro, delle sue suggestioni, dei suoi fasti e fallimenti, dei piaceri e dei dolori con cui esso irrompe nelle vite di chi vi si dedica.
INFORMAZIONI 800 085992
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13.12.2007 - mantova teatro: LA GRANDE MILVA TORNA SULLE SCENE IL 20 DICEMBRE CON la variante di luneburg AL TEATRO SOCIALE! |
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GIOVEDì 20 DICEMBRE
TEATRO SOCIALE di MANTOVA ore 21
La variante di Lüneburg
dal romanzo di Paolo Maurensig
adattamento teatrale e testi delle canzoni Paolo Maurensig
musiche originali e direzione Valter Sivilotti
con Milva e Walter Mramor
al pianoforte M° Valter Sivilotti | soprano solista Franca Drioli
elettronica e pianoforte dal vivo
La variante di Lüneburg, romanzo del goriziano Paolo Maurensig, viene pubblicato da Adelphi nel 1993 diventando il caso letterario dell'anno. Il romanzo che, attraverso la metafora del gioco degli scacchi, racconta gli orrori dell'olocausto, diventa in breve tempo un best seller internazionale. In pochi anni viene tradotto in tutti i paesi del mondo, compresi Cina e Giappone, conquistando milioni di lettori. Il progetto prende il via dall’assenso di Paolo Maurensig, straordinario scrittore goriziano, a trasporre in forma teatrale La variante di Lüneburg, il celeberrimo romanzo d’esordio, che, attraverso la nobile arte della scacchiera, ripercorre uno dei periodi più bui della storia dell’uomo, il nazismo e l’olocausto. La produzione ha previsto la riscrittura del testo da parte dello stesso autore sia della parte narrata che delle canzoni, la composizione delle musiche a firma Valter Sivilotti, la partecipazione di Milva quale straordinaria interprete delle canzoni, di Walter Mramor quale voce recitante, dalla soprano solista Franca Drioli, e dove richiesto anche dell’Orchestra e Coro ArsAtelier.
Walter Mramor
Avevo sempre guardato con sospetto a ogni proposta di trasformare i miei romanzi in lavori teatrali, con o senza musica. Se qualcuno si sentiva di impegnarsi in una simile operazione lo facesse pure, ma senza contare sulla mia collaborazione. Già una trasposizione sul grande schermo, per quanto il cinema possa contare su mezzi tecnici di rilievo, comporta problemi non indifferenti; figuriamoci una riduzione teatrale, notoriamente più limitata di quella cinematografica. Eppure, è stata proprio questa peculiarità tipica del teatro, la possibilità cioè di far uso di un'essenzialità portata agli estremi, che mi ha convinto. Estrapolare un testo essenziale e scrivere le parole per le canzoni di Milva mi hanno rinnovato l'emozione provata a suo tempo nello scrivere il romanzo.
Paolo Maurensig
Scrivere oggi con un linguaggio musicale mitteleuropeo significa inevitabilmente ripescare nel passato con il forte rischio di esprimersi in una forma anacronistica.
La musica scritta per la “Fabula” accetta questa sfida proponendo come elemento portante melodie che si ispirano alla tradizione colta di questa area del mondo, una musica ritrovata scavando nella nostra memoria sensibile, riscoprendo una eredità artistica senza per questo rinnegare il presente, anzi operando con la coscienza che il rinnovamento affonda le proprie radici nel passato.
Ne La variante di Lüneburg i temi rivelano delle particolarità melodiche riconoscibili all’ascolto: l’individuazione di questi nuclei melodici è stata la fase determinante di tutto il lavoro, perché proprio questi elementi primi hanno ispirato la costruzione della macrostruttura drammatica dell’opera.
Le canzoni che si alternano nello spettacolo manifestano in maniera esplicita gli elementi creativi: il passaggio dalla densità cromatica delle prime melodie, a quello diatonico, vuole rappresentare la vittoria dell’assoluto sull’essere umano.
Valter Sivilotti
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30.11.2007 - Mantova terra di teatro presenta: FORMAZIONE E SEMINARI 2007 |
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Iniziano i Corsi di Management Teatrale di Mantova terra di teatro, progetto che vede la propria nascita il 1°ottobre 2007 grazie alla collaborazione del Comune di Mantova, ente capofila, della Fondazione Mantova Capitale Europea dello Spettacolo, ente coordinatore in partnership con la Provincia di Mantova, la Regione Lombardia, i Comuni che partecipano a Teatrinsieme (Asola, Canneto sull’Oglio, Castiglione delle Stiviere, Gonzaga, Guidizzolo, Marmirolo, Ostiglia, Pegognaga, Pomponesco), il Comune di Sabbioneta, Teatro all’Improvviso, Teatro Magro, Zerobeat e Arci Provinciale. Il primo appuntamento è con il Corso di THEATRE-ECONOMY, Il ruolo dell’attività teatrale nell’economia della cultura : 5 dicembre, Sala degli Stemmi, in via Frattini, Mantova – 6 dicembre, Sala Isabella d’Este, via Giulio Romano, Mantova. Il corso, che si svolgerà dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 entrambi i giorni, è dedicato all’economia della cultura. L’obiettivo è capire, anche grazie al raffronto con casi internazionali di successo e con realtà di eccellenza, come il teatro possa diventare cardine del sistema economico di un territorio e strumento determinante del processo di costruzione dell’identità e dell’immagine del territorio stesso. L’incontro formativo è gratuito ed aperto a tutti coloro che operano nel settore teatrale a livello organizzativo e a quanti si confrontino ed interagiscano con questo settore nell’esercizio quotidiano della loro professione. Il secondo appuntamento CITTA’ IN SCENA. IL TEATRO DELLA PARTECIPAZIONE. sarà il 13 e il 14 dicembre, presso la Sala degli Stemmi, via Frattini, Mantova. Il corso, sempre articolato su due giornate della durata di otto ore ciascuna, si rivolge in maniera specifica ai soggetti degli enti ed alle strutture partner del progetto Mtt. Gli incontri verteranno sulla pratica della negoziazione partecipata, quale strumento fondamentale dei processi decisionali a tutti i livelli. Questa sarà sperimentata attraverso una simulazione realistica dei processi di progettazione culturale che caratterizzano o potrebbero caratterizzare i diversi contesti lavorativi.
Appuntamento finale e rivolto a tutta la cittadinanza è quello con il CONVEGNO MANTOVA TERRA DI TEATRO, Coordinamento e confronto per una politica culturale condivisa del 15 dicembre, presso il Teatro Bibiena, dalle 9.30 alle 17.30. Il Convegno di presentazione del progetto Mantova Terra di Teatro si configura come la prima importante occasione di confronto sui temi delle politiche culturali e teatrali per la crescita sociale ed economica del territorio attraverso il coordinamento delle attività teatrali. Tale seminario, aperto a tutti i cittadini interessati, prevede la presenza dei soggetti istituzionali che hanno concorso e partecipato alla realizzazione di un progetto che coinvolge tutto il territorio mantovano. Nel corso del dibattito, gli intervenuti avranno modo di confrontarsi con i rappresentanti di altre città italiane ed europee che fanno della cultura motore di sviluppo economico. Durante il convegno interverranno: Fiorenza Brioni - Sindaco del Comune di Mantova Massimo Zanello - Assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia Maurizio Fontanili - Presidente della Provincia di Mantova Francesca Zaltieri - Assessore alla Cultura del Comune di Asola, Rappresentante dei Comuni mantovani per il progetto MTT Giovanni Pasetti – Direttore del Progetto Luigi Allegri e Claudio Bernardi - Supervisori scientifici del progetto Giulio Stumpo – ECCOM, Centro Europeo per l’Organizzazione e il Management Culturale Lucia Maestri – Assessore alle materie della Cultura, Biblioteche, Turismo e Solidarietà internazionale del Comune di Trento Paolo Valerio – Direttore Teatro Nuovo di Verona
Per ulteriori informazioni contattare la Segreteria Mantova terra di teatro, c/o Fondazione Mantova Capitale Europea dello Spettacolo, allo 0376.221259.
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23.11.2007 - MANTOVA TEATRO 2007-2008 PRESENTA LA NUOVA PRODUZIONE DI ALESSANDRO BERGONZONI!! |
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Alessandro Bergonzoni torna venerdì 7 dicembre al Teatro Ariston alle 21 con un nuovo spettacolo per continuare la ricerca sul comico, i temi, le intuizioni, il dinamismo immaginario che non solo lo definiscono come grande personaggio teatrale ma ne fanno uno degli autori più tangenziali ed affascinanti del panorama culturale italiano. Questo sarà il suo dodicesimo titolo e lo vedrà continuare la collaborazione con Riccardo Rodolfi col quale firma la regia come già era successo con Predisporsi al micidiale, il precedente spettacolo portato in tour per oltre tre anni.
Bergonzoni proseguirà in questo spettacolo il suo costante movimento per sfuggire alle insidie e ai trabocchetti del reale e del verosimile e trovare, insieme al pubblico che lo seguirà, nuovi sentieri mentali per raggiungere punti d'osservazione elevati da dove poter vedere tutto con prospettive diverse. In fin dei conti un illusionista fa sparire gli oggetti o fa apparire il nulla?
Un’ideale corda tesa a delimitare gli spazi del monologo da quelli
del soliloquio. Un attore-attore che si muove nella ricerca di una
precisione contemporaneamente complessa e comicamente
dissonante. Uno spazio per sottolineare la reale linea d’ombra di
Alessandro Bergonzoni, mai come stavolta, sotto i vostri occhi e
per i vostri cervelli.
Riccardo Rodolfi
Marco, il Territorio
NEL (fare) NEL (mentre) NEL (posto) NEL (momento) NEL
(contesto) NEL (pensato) NEL (dire) NEL (guardare):
il dentresco una sorta di sorte, questo è il costrutto: costruire il
distrutto. L’illimitata delimitazione (bergon-zone) il retroquadro
di punti scardinati. NO (negazione del Nord), SU (la parte altra
del Sud), ES (essere come abbreviazione di Est),
OV’EST (dov’è).
Dove è tutto? Li mentre si è la (nella memoria fotografica).
Nell’energia enucleare perchè estrarre la forza chiusa costa. Uno
spettacolo sulla cauzione per sprigionare le forze. Aprimi cielo
Alessandro Bergonzoni
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Internet partner: Omega-Net [] |
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