Titolo: |
Ippolito Capilupi a Ferrante Gonzaga: «Da molti giorni in qua io ho scritto... » |
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Abstract: |
Ippolito Capilupi descrive a Ferrante Gonzaga i festeggiamenti del Carnevale appena trascorso che si sono fatti a Mantova. Seppure in poco tempo, non più di dodici giorni, si sono tenute tre commedie, una moresca, due feste bellissime e una quintana. Il giovedì grasso «in casa di Monsignor l'Abbate» è stata recitata la commedia "Il Ragazzo" da «certi giovani di Goito», la cui interpretazione però è stata appena tollerabile. La domenica seguente il Monsignor Reverendissimo (Ercole Gonzaga) ha fatto una festa in onore del signor Ascanio «in casa del conte Brunoro», dotata di una grande sala, a cui hanno partecipato una cinquantina di gentildonne fra le più belle e nobili. Prima di cena è stata fatta una moresca, interpreti della quale sono stati otto servitori del cardinale: Volpino, Bendidio, Leale, Hieronimo Negro, il Preposto da Fermo, Carlo Luzara, un «credenzero» e un «palafreniero». Costoro hanno indossato costumi da pastori disegnati da Giulio Romano: oltre a camicia, calze, «giuppone» e scarpe, portavano sul capo ghirlande di alloro e pelli nere rovesciate sul capo, per simulare i capelli ricci, e sul volto maschere senza mento, per agevolare i movimenti. Insieme ai servitori era un giudeo vestito da dio Pan con le corna, che portava il medesimo costume. Questi suonava la lira mentre quattro degli altri otto interpreti suonavano altri strumenti (un violone, due liuti e un flauto). La destrezza nella danza, la musica, il canto e i costumi hanno reso la moresca un passatempo bellissimo, che ha meravigliato tutti i presenti; al termine si è tenuto un grande banchetto. Il lunedì è stata recitata la seconda commedia, i "Captivi" di Plauto, dai chierici del duomo di Mantova, i cui costumi sono stati anch'essi ideati da Giulio Romano e finanziati dal cardinale Gonzaga. Nonostante l'uso della lingua latina la commedia è stata intesa da tutti gli spettatori, grazie ai costumi, alla gestualità dei recitanti e agli intermezzi in volgare. Il giorno di Carnevale si è messa in scena la terza commedia, composta da un senese e intitolata "L'Amor costante": è stata la più divertente e la meglio recitata del Carnevale. Al termine, l'intrattenimento è proseguito con una festa a casa di Monsignor l'Abate. Infine, Capilupi ricorda che nel giorno di festa è stata corsa anche una quintana, le cui livree sono state realizzate con il contributo soprattutto del conte Camillo Castiglione e del Gorno.
Dopo aver descritto i festeggiamenti del Carnevale, Capilupi avvisa degli ultimi matrimoni contratti: Cesare Gonzaga con una figlia del conte Bartolomeo da Villa Chiara, il conte Filippo Tornielli con Isabella Boschetti, Massimiliano da Luzara con una consorte non identificata. |
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Provenienza: |
Modena, Biblioteca Estense - Manoscritti Italiani
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Segnatura Originaria: |
Manoscritto alfa.s.1.36 (It.854), pp. 286-290
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Note: |
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Parole chiave: |
Carnevale, giovedì grasso, gentildonne, lingua mantovana, lingua latina, lingua volgare, servitori, pastori, disegno, camicia, zendado verde, calze, giuppone, tela, scarpe, pelli di gatto di Spagna, tocca d'oro, lupi cervieri (linci), pelli nere, ghirlande di alloro, maschere, dio Pan, corna, giudeo, arpa, aste, violone, liuti, flauto, «credenzero», «palafreniero», intermezzi, gestualità, quintana, livree
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Comici: |
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Persone notevoli: |
Ippolito Capilupi, Ferrante Gonzaga, Monsignor Reverendissimo (Ercole Gonzaga), Monsignor l'Abate, giovani di Goito, signor Ascanio [Ascanio Colonna], conte Brunoro (Brunoro Thiene), Volpino Olivo, Marcantonio Bendidio, Leale, Hieronimo Negro, il Preposto da Fermo, Carlo Luzara, Giulio Romano, [Abramo dall'Arpa], chierici del duomo di Mantova, [Alessandro Piccolomini], conte Camillo Castiglione, signor del Gorno, Cesare Gonzaga, figlia del conte Bartolomeo da Villa Chiara, conte Filippo Tornielli, Isabella Boschetti, Massimiliano da Luzara
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Luoghi citati: |
Mantova («casa di Monsignor l'Abbate» [Palazzo dell'Abate], «casa del conte Brunoro», Duomo di Mantova), Goito (Mantova)
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Opere e soggetti letterari: |
"Il Ragazzo" di Ludovico Dolce
"L'Amor costante" di Alessandro Piccolomini
"Captivi" di Plauto
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