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DETAILS OF THE DOCUMENT - CALL NUMBER: C-3492

Titolo:
Annibale Litolfi al Duca di Mantova: «Io non mi trovai in Anversa... »

Abstract:
Si riferisce l'entrata del Re di Spagna ad Anversa, avvenuta sabato 17 gennaio. Nell'avvicinarsi alla terra i Deputati gli andarono incontro con le chiavi della città. Il Re smontò presso l'Abbazia di San Michele, vicino alla Porta di San Michele (detta anche Porta della Corona). Durante il cammino vennero sparati molti pezzi d'artiglieria e Sua Maestà venne accolta con archi recanti armi, iscrizioni, figure «in lode et memoria di lui», fatti costruire dalle diverse popolazioni del regno. L'arco più grande e più bello era quello dei genovesi. Quello costruito dai lucchesi venne arso e da quello tedesco si spararono colpi di moschetto. L'arco genovese, di forma quadrata, recava quattro grosse palle di ferro nelle congiunture degli architravi e una al centro, molto più grande delle altre, piena di fuochi artificiali e con un'apertura in cima affinché la fiamma durasse di più. Avendo dato fuoco a due delle palle, si ruppero e i pezzi vennero lanciati in posti diversi, rovinando l'apparato, rompendo i ferri, uccidendo e ferendo diverse persone, tra cui il Generale dei ferraioli, Conte di Vizpurgas. Si commenta che è stata una fortuna che non abbiano deciso di dare fuoco a tutte le palle insieme e soprattutto a quella più grande, che stava sotto ad un palco in cima all'arco carico di persone. Litolfi prosegue riferendo della cerimonia del Toson d'Oro. Prima della nomina dei cavalieri è consuetudine celebrare due vespri e due messe solenni, un vespro e una messa per i defunti. Il Re arrivò il giorno 21 gennaio presso la Chiesa maggiore insieme al clero e ad alcuni abati. Dopo una serie di gentiluomini e cavalieri, sfilarono: dodici trombetti a cavallo a capo scoperto; due Mazzieri; quattro Araldi e quattro Ufficiali dell'ordine con lunghi manti di velluto cremisi (il Tosone d'Oro - chiamato così dalla rosa ricamata sulla sua vese - il Griffiero, il tesoriere e il Gran Cancelliere); otto cavalieri dell'Ordine con manti di velluto, la collana e un cappello a forma di turbante. Il Re li seguiva, vestito con il medesimo abito, in mezzo alla guardia degli alabardieri ed arceri in livrea gialla e rossa. La navata centrale della Chiesa era apparata di finissime tappezzerie di seta d'oro e d'argento con il racconto della storia di Gedeone e del Toson d'Oro. Anche nel transetto che si incrocia con la navata presso l'altar maggiore c'erano dieci drappi di tappezzeria con racconti dell'impresa di Tunisi e della Goletta. Sua Maestà era seduta a destra del coro in qualità di Capo dell'Ordine, accanto all'Imperatore. Entrambe le sedie avevano un baldacchino e cuscini ed erano rivestite di broccato d'oro. Le seguenti sedie del coro erano allestite con panni di velluto cremisi ricamati con le armi di ciascun cavaliere, sia per gli assenti che per i presenti. Quelle dei cavalieri defunti recavano un pezzo di velluto "negro" sul lato sinistro. Si allega un elenco con i nomi dei cavalieri. Il mercoledì mattina Sua Maestà si recò alla Messa, cantata dal Vescovo di Utrecht con il medesimo abito e ordine cerimoniale. Il Re fece l'offerta anche per l'Imperatore mentre i cavalieri contribuivano sia per sé che per quelli di cui avevano le procure, spostandosi di sedia in sedia a seconda del nome che veniva chiamato. Nessuno si mosse per il Duca Ottavio. Dopo pranzo si recarono nuovamente in chiesa con abiti e apparati della stessa foggia, ma di tessuto nero, per celebrare la messa dei defunti. Il Giovedì si celebrò il vespro e il venerdì la messa, dove tutti si recarono con abiti di damasco bianco e cinto (nero) ma con cappelli di velluto cremisi. In questa messa l'offerta venne fatta solo dal Re, anche per conto dell'Imperatore. Nella Messa per i defunti non venne offerto denaro ma davanti all'altare si pose un albero con due rami dorati e tante candele quanti i cavalieri. Ogni candela aveva le armi e lo scudo del cavaliere di riferimento. Quando l'ufficiale del Toson d'Oro chiamava ciascun cavaliere per nome, un araldo staccava la candela e si alzava il cavaliere (per sé o per procura). Dopo che il cavaliere aveva offerto la candela l'araldo la rimetteva a posto accesa. Quando il cavaliere era tra il numero dei morti si spegneva la candela e la si riponeva dove era stata tolta. In giornata verranno pubblicati i nomi dei nuovi cavalieri, non prima però del ritorno di Ruy Gomez, inviato dal Re presso l'Imperatore.
Provenienza:
Mantova, Archivio di Stato - Archivio Gonzaga
Segnatura Originaria:
b. 570, fasc. Litolfi, doc. 17/I-II
Note:
Cfr. C3491.
Parole chiave:
chiavi, salve d'artiglieria, archi, armi, imprese, iscrizioni, colpi di moschetto, palle di ferro, architravi, palco, Vespro, messa, trombetti, Mazzieri, araldi, Ordine del Toson d'Oro, manti in velluto cremisi, Griffiero, Gran Canecelliere, tesoriere, ufficiale del Toson d'Oro, collana, cappello, turbante, alabardieri, arceri, livrea gialla e rossa, tappezzerie, rosa ricamata, Gedeone, baldacchino, cuscini, broccato, velluto nero, damasco bianco, albero, candele, scudo
Comici:

Persone notevoli:
Annibale Litolfi, Duca di Mantova, Imperatore (Carlo V), Re di Spagna (Filippo II d'Asburgo), Deputati di Anversa, Generale dei ferraioli (Conte di Vizpurgas), Cavalieri dell'ordine del Toson d'Oro, Duca Ottavio, Vescovo di Utrecht, Ruy Gomez
Luoghi citati:
Anversa (Porta di San Michele o Porta della Corona, Chiesa di San Michele)
Opere e soggetti letterari:

Definizione: Lettera
Luogo: Anversa
Data inizio: 26/1/1556
Data fine: N/D
Lingua: Italiano
Categorie:
4.1.5 Architettura
4.1.6 Illuminotecnica
4.1.7 Costumi e oggetti di scena
4.2.3 Piazza / strada / giardino
4.2.6 Sagrato e chiese
4.2.7 Strutture effimere
5.1 Ingressi e visite
5.3 Processioni e cortei
5.6 Trionfi
5.7 Cerimonie, riti e occasioni festive
6.11 Fuochi d'artificio
7.3 Musica vocale sacra
9. Spettatori e cronache
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