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L'ARLECCHINO D'ORO |
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PRESENTAZIONE DE L'ARLECCHINO D'ORO
2000 DI SIRO FERRONE
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Locandina
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"L'Arlecchino d'oro 2000" |
La seconda edizione dell'Arlecchino d'oro vuole ribadire i legami di
Mantova con la migliore tradizione internazionale del teatro e
dimostrare che è possibile fare spettacolo senza piegarsi alle logiche
mercantili, costruendo gli eventi su solide base culturali e artistiche.
Il riferimento d'obbligo è a Tristano Martinelli (1557-1630), già
commemorato dal convegno internazionale dello scorso settembre come l'inventore di
Arlecchino. Se Mantova fu la sua prima patria, la seconda fu Parigi. Senza i viaggi
alla corte di Caterina e Maria dei Medici, il nostro comico-acrobata non avrebbe mai
inventato la gloriosa maschera. Per questo l'edizione 2000 dell'Arlecchino d'oro
vuole essere un omaggio alla Francia, la terra che più di ogni altra ha saputo capire e
nobilitare la grande tradizione della Commedia dell'Arte italiana: nel Seicento con
numerosi altri Arlecchini italo-francesi (Biancolelli, Gherardi) e con le creazioni di
Molière; nel Settecento e nell'Ottocento con lo sviluppo delle "arlequinades" e delle
pantomime; nel Novecento con la riscoperta dei valori espressivi e simbolici del
corpo operata da artisti quali Copeau, Decroux, Barrault.
Così il 10 giugno il Premio internazionale sarà assegnato all'ultimo interprete di
questa tradizione, il grande mimo Marcel Marceau. Se il Premio Nobel Dario Fo
- che
abbiamo premiato lo scorso anno - impersona l'anima carnale, beffarda e terrena della
Commedia dell'Arte, l'artista francese ne simboleggia l'anima aerea, celeste e rarefatta.
Due aspetti complementari che rinviano diversamente all'antenato Tristano
Martinelli, il cui Arlecchino fu, nello stesso tempo, acrobatico e beffardo, diabolico e aereo.
Alla Parigi del Seicento rimanda La storia di Cyrano che l'8 giugno sarà
rappresentata da Eugenio Allegri con la regia di Gabriele Vacis. L'attore è uno dei più
impegnati nella rilettura moderna delle tecniche della Commedia dell'Arte: il racconto,
l'improvvisazione, le maschere, la memoria autobiografica. Qui Allegri mescola i
ricordi personali con citazioni dal testo che Edmond Rostand dedicò nel 1897 a
Cyrano di Bergerac, lo scrittore vissuto appunto a Parigi tra il 1619 e
il 1655, quando era
ancora attivo il vecchio Arlecchino mantovano. Attraverso questa artigianale
recherche
lo spettacolo è un viaggio comico e poetico alle radici della professione teatrale.
Lo spettacolo del 9 giugno, intitolato "Arlecchino, Rigoletto e i misteri di
Mantova", vedrà la partecipazione di una compagnia francese radicata a Marsiglia, i
"Generik Vapeur", un gruppo di attori-mimi-cantanti che rappresentano l'altra faccia
della Commedia dell'Arte: il teatro di strada. Anche loro si servono
dell'improvvisazione per adattarsi con grande fantasia ed elasticità alle tradizioni delle piazze in cui
sbarcano. Hanno perciò deciso di interrogare le leggende di Mantova (il lago,
Rigoletto, e naturalmente Arlecchino) per riproporre una loro lettura della nostra storia.
Rifaranno quello che già i francesi del Seicento fecero con il teatro italiano: lo
tradussero nella loro lingua e gli dettero una seconda vita. A questo scopo i
"Generik Vapeur" avranno la complicità di artisti, musicisti e attori di Mantova. Un modo per
ribadire, nel nome di Arlecchino, il superiore valore artistico e culturale del
meticciato.
Il Direttore Artistico
Siro Ferrone
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Edizioni
de L'Arlecchino d'Oro |
2005:
Presentazione,
Spettacoli,
Approfondimenti |
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2004:
Presentazione, Premio,
Spettacoli |
2003:
Presentazione, Premio,
Spettacoli, Stampa |
2002: Contributo |
2001: Presentazione,
Premio,
Spettacoli,
Stampa |
2000: Presentazione,
Premio,
Spettacoli |
1999: Presentazione,
Premio,
Spettacoli |
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